Come Usare una Fotocamera Compatta

Come utilizzare una fotocamera compatta ? Niente panico, con la nostra guida imparerai come sfruttare al meglio la tua fotocamera digitale compatta .
fotocamere digitali compatte sono la soluzione ideale per chi desidera un dispositivo maneggevole, leggero e facile da usare ma allo stesso tempo in grado di garantire scatti di qualità superiore a quelli ottenibili con uno smartphone .
Ogni modello di fotocamera compatta offre funzionalità diverse, spesso piuttosto ‘fantasiose’, ma le impostazioni di base rimangono le stesse su qualsiasi modello , in quanto strettamente legate ai principi base della fotografia; quello che cambia è piuttosto il grado di libertà offerto da ciascun modello nel variare determinati parametri di scatto.
In questa guida su ” Come utilizzare una fotocamera compatta “, analizzeremo le principali caratteristiche comuni a tutte le fotocamere compatte, spiegando l’utilità (o l’inutilità) di alcune funzioni e dando alcuni consigli utili per sfruttare al meglio la fotocamera compatta della vostra possesso .

Formato immagine, risoluzione e compressione

Ogni modello di fotocamera digitale è in grado di scattare ad una certa risoluzione massima, espressa in Megapixel , ma dà anche la possibilità di salvare le immagini ad una risoluzione inferiore, consentendo di scegliere tra diversi livelli di ridimensionamento . Ad esempio, una fotocamera con sensore da 20 Megapixel (5184 x 3888 px), consentirà anche di salvare le foto sulla scheda di memoria con una risoluzione di 9 Megapixel (3648 x 2736 px), 3 Megapixel (2048 x 1536 px) o anche 0,3 Megapixel (640 x 480 px).
Spesso è anche possibile scegliere un certo livello di ‘qualità foto’ (‘Normale’, ‘Fine’, ‘Superfine’…), parametro che in questo contesto si riferisce al grado di compressione applicato all’immagine prima del salvataggio sulla scheda di memoria. .
Scegliere una risoluzione inferiore a quella massima, o un livello qualitativo inferiore, ha l’unico vantaggio di determinare file più chiari e di poter quindi salvare più foto sulla scheda di memoria prima che si esaurisca.
Tuttavia, i supporti di memorizzazione hanno ormai raggiunto capacità molto elevate, arrivando a contenere diverse centinaia (se non migliaia) di fotografie ; allo stesso tempo il prezzo di questi supporti è sceso notevolmente e rispetto al passato è molto più semplice trasferire le immagini su un altro dispositivo (e quindi svuotare la memory card), utilizzando ad esempio il modulo Wifi , se disponibile.
Pertanto, consigliamo vivamente di salvare sempre le immagini alla massima risoluzione offerta dalla fotocamera e di impostare il livello di qualità sul valore più alto, in modo da preservare tutti i dettagli della foto.
Oltre al formato Jpeg, le compatte più avanzate consentono di salvare le immagini in ‘Raw’ : questo formato contiene molte più informazioni in quanto è caratterizzato da una maggiore profondità di bit , e sebbene la differenza con Jpeg non sia percepibile ad occhio nudo , avrà la possibilità di effettuare (con specifici programmi di fotoritocco) elaborazioni molto più intense , ad esempio determinando il livello di contrasto o saturazione del colore, recuperando zone troppo chiare o troppo scure o modificando successivamente il bilanciamento del bianco; il tutto senza deteriorare la qualità dell’immagine , cosa che inevitabilmente accadrebbe durante l’elaborazione di un file in formato Jpeg.
Se sei particolarmente attento alla qualità dell’immagine, scattare in Raw porta effettivamente dei vantaggi notevoli , ma per poterne beneficiare (o anche solo per poter utilizzare semplicemente la foto) è necessaria una conoscenza di base dei software di fotoritocco.

Le modalità di scatto automatico

Uno dei maggiori punti di forza delle fotocamere digitali compatte è la loro facilità d’uso , ei vari produttori fanno di tutto per garantire che anche i meno esperti possano ottenere scatti soddisfacenti con il minimo sforzo.
Tuttavia, questi prodotti sono destinati ad un pubblico molto ampio di consumatori che comprende anche utenti più esperti , che affermano di poter variare alcuni parametri di scatto a loro piacimento, sia per ottenere effetti creativi, sia per rimediare ad eventuali errori negli automatismi della fotocamera. .
Per accontentare tutti, nelle compatte di solito coesistono una modalità Automatica che permette di scattare con i parametri stabiliti dalla macchina stessa, ed una o più modalità manuali , che a seconda del modello permettono di variare liberamente determinate impostazioni.
La modalità Automatica non richiede alcun intervento da parte dell’utente : la telecamera analizzerà automaticamente le caratteristiche della scena inquadrata (ed in particolare della luce che la illumina) e determinerà i parametri che riterrà opportuni; tutto quello che devi fare è comporre l’immagine, premere a metà il pulsante di scatto per mettere a fuoco e infine premerlo a fondo per scattare.
Nella maggior parte dei casi, l’utilizzo della modalità Automatica dà risultati soddisfacenti , ma per alcune situazioni particolari, molte fotocamere compatte offrono modalità specifiche, denominate “Scene” , talvolta considerate come “impostazioni” della modalità Automatica “pura” e talvolta viste invece come stand- modalità da solo; alcune modalità scena tipiche possono essere “Paesaggio”, “Neve”, “Ritratto”, “Fuochi d’artificio” e così via.
Anche le modalità Scena sono ancora completamente automatiche , e l’utente non dovrà modificare alcuna impostazione: l’unica differenza rispetto alla modalità Automatica ‘pura’ è che nella scelta dei parametri di scatto più adatti, la fotocamera terrà conto anche della tipologia della foto che intendi scattare . Ad esempio, utilizzando la modalità “Paesaggio”, la fotocamera proverà a impostare una profondità di campo più ampia, in modo che anche gli elementi più distanti siano a fuoco, mentre utilizzando la modalità “Sport”, verranno utilizzati tempi di posa più brevi, in modo da evitare che il soggetto (che dovrebbe essere in rapido movimento) possa apparire mosso.
Si tratta quindi di preferire alcuni parametri piuttosto che altri, ma in nessun caso l’utilizzo di queste modalità consentirà di andare oltre i limiti tecnici della compatta in questione , tanto meno i principi della fotografia. Mi sembra doveroso sottolinearlo, poiché inserendo una lunga serie di ‘Scene’, molti produttori sembrano voler suggerire che una particolare compatta sarà in grado di girare un po’ in tutte le situazioni. In realtà, solo in alcuni casi le varie modalità Scena determinano risultati migliori rispetto al semplice “Automatico” : per quante modalità “notturne” una fotocamera possa offrire, i risultati saranno comunque pessimi se non si utilizza un treppiede, come sarebbe . anche fotografando con una reflex digitale professionale .

La modalità Programma

Oltre a quelle automatiche, quasi tutte le compatte oggi in produzione offrono almeno un’altra modalità , che consente almeno alcune variazioni sui parametri di scatto di base ; le modalità completamente manuali sono solitamente disponibili solo sui modelli compatti più avanzati, mentre la modalità “P” (Programma) è quasi sempre presente.
Utilizzando la modalità Programma, è possibile apportare alcune variazioni rispetto ai parametri suggeriti dalla fotocamera , in modo da rimediare ad eventuali difetti dell’immagine o ottenere un effetto particolare; di seguito analizzeremo le impostazioni più importanti che possono essere generalmente controllate.
È quasi sempre possibile, in modalità “P”, impostare un certo valore per la sensibilità ISO (100 ISO, 200 ISO, 1.600 ISO…); aumentare la sensibilità serve essenzialmente ad ottenere tempi di scatto più brevi e quindi ad avere maggiori possibilità, scattando in condizioni di scarsa illuminazione, di evitare foto sfocate ; allo stesso tempo, però, l’utilizzo di una sensibilità ISO maggiore genera una maggiore quantità di rumore digitale nella foto (la ‘grana’), deteriorando così la qualità dell’immagine.
Può capitare che in modalità Automatica la fotocamera utilizzi una sensibilità ISO troppo bassa (e di conseguenza tempi di posa troppo lunghi), portando ad una foto sfocata; in questo caso, passando alla modalità “P”, potremo aumentare manualmente la sensibilità ISO e ripetere lo scatto , che avrà maggiori possibilità di essere nitido (sebbene con più rumore digitale).
Un altro esempio: in modalità Auto, la fotocamera potrebbe utilizzare una sensibilità relativamente alta , come 400 ISO, anche se non ce n’è davvero bisogno (perché la fotocamera è montata su un treppiede o perché c’è ancora molta luce); in questo caso la foto non risulterebbe sfocata, ma presenterebbe (inutilmente) molto rumore digitale , e quindi una scarsa qualità; operando in modalità “P” , in queste situazioni possiamo impostare la sensibilità al valore minimo e scattare nuovamente, ottenendo così una foto di qualità superiore .
Un’altra impostazione che puoi modificare in modalità “P” è il bilanciamento del bianco , ma di cosa si tratta esattamente? Proviamo a spiegarlo con parole semplici.
A seconda del colore della luce che illumina una determinata scena, presenterà una ‘dominante’ cromatica che ne distorce le sfumature : ad esempio, scattando una foto in una stanza illuminata da una comune lampadina, la scena avrà una dominante gialla , proprio per il colore di questo tipo di illuminazione, mentre le riprese in giornate nuvolose avranno spesso una leggera dominante blu.
Ad occhio nudo non percepiamo queste alterazioni cromatiche, perché il nostro cervello si adatta subito alla loro presenza, ma quando scattiamo una fotografia è fondamentale ‘correggere’ le dominanti di colore , così da riprodurre i toni di una scena esattamente come sono percepiti dai nostri occhi. ; questo processo di correzione è chiamato ‘bilanciamento del bianco’ .
In modalità Auto, la fotocamera analizza la scena e cerca di correggere automaticamente la dominante di colore per restituire i colori più naturali , di solito con risultati soddisfacenti.
Anche in modalità “P” è possibile lasciare che sia la fotocamera a bilanciare il bianco scegliendo l’ impostazione ‘AWB’ (Bilanciamento automatico del bianco), ma è anche possibile scegliere ‘profili’ predefiniti, che applicano le correzioni più idonee ad alcuni condizioni, come ‘Cielo nuvoloso’, ‘Lampadina a incandescenza’, ‘Ombreggiato’ e così via.
Se utilizzando la fotocamera in modalità Automatica i colori dovessero apparire distorti, possiamo quindi passare alla modalità “P” (o una modalità manuale) e scegliere tra i profili presenti il bilanciamento del bianco più appropriato, che a seconda dei casi renderà le sfumature di l’immagine più calda o più fredda.
Non è però necessario scegliere il bilanciamento del bianco il cui nome descrive esattamente la situazione in cui ci troviamo: l’impostazione ‘Nuvoloso’, ad esempio, consentirà di ottenere toni più caldi in ogni situazione, non solo quando il cielo è nuvoloso .
Può anche capitare che tu voglia davvero enfatizzare la presenza di una particolare dominante di colore nella foto : in questo caso, per evitare che la fotocamera corregga automaticamente questa dominante, puoi forzarla ad utilizzare uno dei profili predefiniti, come ad esempio ‘ Luce del sole’.
Quasi tutte le fotocamere digitali, in modalità “P”, permettono anche di ‘compensare l’esposizione’ , cioè di rendere la foto più chiara o più scura di quanto si ottiene utilizzando le impostazioni automatiche.
L’uso della compensazione dell’esposizione è molto intuitivo : basterà assegnare un valore positivo al parametro “EV” per rendere l’immagine più luminosa (sovraesponerla) oppure un valore negativo per renderla più scura (sottoesporre). Se, utilizzando la modalità Automatica, il nostro soggetto (o l’intera foto) appare troppo chiaro o troppo scuro, allora basta passare alla modalità “P” e ripetere lo scatto compensando l’esposizione di conseguenza.

Altre modalità di scatto

Le compatte più avanzate consentono anche di operare in modalità di scatto manuale, come “A” (priorità diaframma), “S” (priorità tempi) e “M” (modalità completamente manuale); scattare in queste modalità ti permetterà di avere il pieno controllo di tutti i parametri che determinano l’esposizione , ovvero tempo di posa, diaframma e sensibilità ISO.
Non pensiamo di dover addentrarci nel labirinto della tecnica fotografica e descrivere tutti i possibili effetti che si potrebbero ottenere ‘giocando’ con questi parametri, ma se il tuo modello ti consente di utilizzare queste modalità, ti invitiamo ad imparare le basi della fotografia. , così puoi ottenere il massimo dalla tua fotocamera compatta e ottenere qualsiasi tipo di effetto creativo.

Lo zoom

Quasi tutte le compatte digitali sono dotate di uno zoom , la cui portata varia (e anche molto) da modello a modello.
La funzione principale dello zoom è quella di poter riprendere anche i dettagli più distanti (portandolo alla massima estensione) ed ovviamente, maggiore è la sua portata, più i soggetti distanti potranno essere ‘avvicinati’.
lo zoom digitale ‘ a volte è presente sulle fotocamere compatte, che promette di ottenere un ingrandimento ancora maggiore . Tuttavia, questo zoom applica semplicemente un’interpolazione digitale all’immagine di partenza senza in realtà catturare maggiori dettagli: il risultato sarà simile (o peggio, per la precisione) a quello che si otterrebbe ritagliando una piccola porzione dell’immagine originale e aumentandone le dimensioni . con un programma di fotoritocco , o osservandolo con un ingrandimento maggiore del 100%; insomma è una funzione assolutamente inutile, e quindi vi consigliamo di non utilizzarla.
Oltre a riprendere soggetti distanti, lo zoom può essere utilizzato in maniera ‘creativa’ per ottenere composizioni più accurate , limitando la porzione di sfondo inquadrata: se si fotografa una persona da vicino e con lo zoom impostato su la lunghezza focale minima ( 1,0x), inquadrerete una porzione relativamente ampia dello sfondo; al contrario, scattando da una distanza maggiore e ‘zoom’, il soggetto avrebbe le stesse dimensioni dell’intero fotogramma, ma si riprenderebbe una porzione molto più piccola dello sfondo dietro di esso. Questo semplice trucco, molto utilizzato da fotografi esperti, si rivelerà estremamente utile per lasciare fuori dall’inquadratura gli elementi di disturbo presenti sullo sfondo , e quindi ottenere composizioni molto più ‘pulite’.
Attenzione però ad utilizzare lo zoom in condizioni di scarsa illuminazione : infatti a focali molto elevate aumenterà anche la sensibilità ai movimenti della fotocamera, e sarà più probabile scattare a mano libera (quindi senza un supporto stabile come un treppiede) per ottenere foto sfocate.

Il Flash

La maggior parte delle compatte oggi in commercio hanno un flash integrato che permette di scattare anche quando la luminosità della scena è molto bassa (o del tutto assente); fanno eccezione alcuni modelli particolarmente economici e la compatta specializzata, destinata ai professionisti.
Chi è esperto di fotografia e ha delle aspirazioni artistiche, evita di usare il flash incorporato, in quanto produce un’illuminazione considerata sgradevole ; Se guardi uno scatto scattato con un flash incorporato, sarai sicuramente d’accordo anche tu. Tuttavia, è altrettanto vero che quando non si hanno pretese artistiche, ma si intende semplicemente immortalare un momento importante, la qualità dell’illuminazione può sicuramente passare in secondo piano, circostanza che rende il flash uno strumento indispensabile sulle compatte .
La portata del flash integrato è comunque piuttosto limitata , e raramente supera i 5 metri sulle fotocamere amatoriali; quindi, sarebbe inutile (se non consumare velocemente la batteria) utilizzarla per riprendere paesaggi o comunque soggetti posti ad una certa distanza, anche se la fotocamera in modalità Automatico (non accorgersene) dovesse attivarla in automatico.
In tali circostanze si ottengono risultati decisamente migliori spegnendo forzatamente il flash e scattando con l’ausilio di un treppiede o, come detto sopra, aumentando la sensibilità ISO in modalità “P” .
Il flash incorporato può venire in soccorso anche in un’altra situazione, ovvero quando scattiamo in controluce : in questa condizione, come sicuramente è già successo a te, capita spesso che il soggetto in primo piano appaia molto scuro (sottoesposto ), mentre lo sfondo presenta una luminosità più o meno corretta. Una soluzione a questo problema potrebbe essere quella di forzare la fotocamera a utilizzare il flash : il suo flash illuminerà il primo piano, riproducendo così sia il soggetto che lo sfondo nella loro corretta luminosità.

Riprese video

Ormai tutte le compatte oggi in commercio consentono anche di girare filmati di buona qualità , raggiungendo talvolta lo standard Full HD (1920 x 1080). Anche quando si tratta di registrare video, di solito è possibile scegliere una risoluzione più bassa (come 1280 x 720 o 640 x 480) per occupare meno spazio sulla scheda di memoria.
Come abbiamo già visto per le foto, scattando in modalità “P” sarà anche possibile modificare alcuni parametri di scatto : ad esempio si può scegliere un certo bilanciamento del bianco, compensare l’esposizione per rendere il filmato più chiaro o più scuro e impostare Sensibilità ISO a valori inferiori per limitare il rumore digitale .

I Filtri ‘Artistici’

Molte fotocamere compatte consentono di applicare diversi filtri artistici alle immagini (sia durante la registrazione che dopo l’acquisizione), che consentono, ad esempio, di convertire le foto in bianco e nero o toni ‘seppia’, per rendere i loro colori più vividi, simulare il effetto di un obiettivo ‘fish-eye’ o ‘tilt-shift’.
Questi effetti possono essere molto carini e in alcuni casi danno sicuramente un tocco in più alle foto ; Il nostro consiglio, soprattutto per quanto riguarda gli scatti a cui sei emotivamente più legato, è però di non usarli , e per un motivo puramente tecnico: una volta salvata l’immagine con questi filtri, non potrai annullare l’operazione e di conseguenza non potrai recuperare lo scatto originale (che sarà di qualità superiore). Sappi che qualsiasi tipo di effetto può essere comunque replicato, con maggiore controllo, grazie ai diversi programmi di fotoritocco o ad app specifiche, preservando l’immagine originale. Questa considerazione ovviamente non vale se il vostro modello permette di applicare l’effetto ad una copia dell’immagine , senza sovrascrivere il file originale.

Stabilizzatore ottico e autoscatto

Alcune fotocamere compatte digitali integrano uno stabilizzatore ottico d’immagine che compensa i sottili movimenti della fotocamera durante lo scatto, limitando così il rischio di ritrovarsi con foto sfocate .
In realtà è un’opzione molto utile , che può ‘salvare la situazione’ scattando dopo il tramonto (quando quindi sono necessari tempi più lunghi) o utilizzando focali particolarmente elevate.
Spesso lo stabilizzatore può essere impostato su modalità specifiche, ad esempio ottimizzando il suo funzionamento per eseguire la tecnica del ‘panning’ ; è anche possibile spegnerlo completamente per risparmiare batteria, ma consigliamo di farlo solo quando c’è davvero molta luce o quando la fotocamera è montata su un treppiede .
A proposito di treppiedi : abbiamo già avuto occasione di sottolineare l’importanza di questo accessorio, e ribadiamo che spesso rappresenta l’unico strumento che permette di ottenere foto soddisfacenti in presenza di poca luce . Quando utilizzi il treppiede (o qualsiasi altro supporto stabile) associalo sempre all’autoscatto , anche impostato a 2 secondi se la fotocamera lo consente: ritardando lo scatto, eviterai le vibrazioni provocate dalla pressione del dito sul pulsante di scatto dal causare una foto sfocata.
Hai letto la nostra Guida pratica su Come Usare una Fotocamera Compatta , non dovresti avere molte difficoltà a scattare foto di qualità , sia che utilizzi la modalità automatica , sia che tu decida di utilizzare la modalità manuale o semiautomatica .